Da un report pubblicato nel giugno 2018 dalla EMCDDA (Osservatorio Europeo delle Droghe e Tossicodipendenze)  si evince che l’Italia nel 2017 è stato  il terzo paese dell’Unione Europea per uso di cannabis e il quarto per uso di cocaina.  Se, però, si considera la sola fascia d’età dai 15 ai 34 anni, il nostro Paese è il secondo  per uso di cannabis: si stima, infatti, che il 19,7% (circa 1 su 5) dei giovani ne abbia fatto uso nei 12 mesi precedenti all’ultima indagine condotta in merito contro il 21,5 della Francia. Gli oppioidi ad alto rischio vengono consumati dal 5,2% degli italiani tra i 25 e 34 anni: un dato che proietta l'Italia al quarto posto in Europa.

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L'Umbria detiene il triste primato di Regione con il più alto tasso di mortalità correlata alla droga, infatti sono quasi quattro i morti ogni 100 mila residenti per una età media di 37 anni. Un dato positivo consiste nel calo di morti per overdose (circa 200 all'anno). In Italia il fenomeno dell'uso dell'ecstasy (proveniente dal Belgio e dai Paesi Bassi) coinvolge il 2,8% della popolazione, tasso molto basso se paragonato al 9,2% di Irlanda e Olanda, al 9% del Regno Unito, al 7,1% della Repubblica Ceca e al 4,2% della Francia. Il 2016 ha sancito la diffusione capillare anche in Italia della «spice» (o K2 o Black Mamba), un miscuglio di erbe essiccate reperibile sul Web che produce effetti simili a quelli della marijuana. Nel 2017, ben 48.144 ingressi in carcere sono stati causati da imputazioni o condanne per detenzione ai fini di spaccio nel mentre i consorzi criminali restano fuori dai radar della repressione penale.

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Si arguisce che la grande e grave diffusione delle droghe in forte ascesa in Italia, divenute oro per gli investitori a caccia di rendimenti, con forte impatto sulla tutta la società, nonostante l'indubbia azione repressiva delle Forze dell'Ordine e restrittiva della Magistratura, impone una programmazione radicale costituita da azioni e strategie complementari che prevedano, insieme a un’educazione capillare, l’interessamento da parte dei genitori sulle attività svolte dai propri figli, la percezione del rischio correlato all'assunzione di sostanze stupefacenti, un cambiamento di atteggiamento.

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                                                                                                                                              Avv. Francesco Trapasso

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