La storia infinita. Questo forse il titolo più azzeccato quando si cerca di mettere un punto alla vicenda che negli ultimi mesi ha generato confusione tra gli italiani, pronti a pagare, come succede di consueto a gennaio, il canone Rai. È doveroso ritornare sull’argomento perché, nonostante sia passato del tempo dall’approvazione del provvedimento che dovrebbe introdurre notevoli cambiamenti,  a parte qualche spot apparso in tv, non sono stati definiti i punti più importanti. È infatti passata la scadenza del 15 febbraio, data fissata per l’approvazione del decreto attuativo che deve definire i dettagli della misura.

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Il problema è che, ad oggi, la discussione rimane ancora aperta con un tavolo costituito dal Ministero dello Sviluppo Economico e dell'Economia, dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, e dalle associazioni di rappresentanza delle aziende elettriche e il gas.

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Di certo c’è che il pagamento sarà addebitato solo ed esclusivamente sulle utenze residenziali, ciò significa che su una unica residenza vi sarà un unico canone, ma se due coniugi avranno entrambi due residenze diverse essi pagheranno a loro volta 2 canoni.

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Potrebbero però verificarsi alcuni problemi, in primis per gli intestatari di contratti di fornitura con tariffa “D3” ( la tariffa bioraria D3 per i clienti domestici residenti con una fornitura che supera i 3 KW e per tutti i clienti non residenti fino a 3 KW ).

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Rimangono ancora forti perplessità per i titolari di un'utenza elettrica per la seconda casa o per chi non ha mai posseduto la tv, sarà compito dell’Agenzia delle Entrate predisporre un modello per tale comunicazione da inviare entro maggio per consentire alle compagnie elettriche di fatturare da luglio.

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Insomma, non rimane che attendere l’approvazione del decreto per cercare di risolvere un nodo che rischia di generare ulteriore caos. 

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