Succede molto spesso di pagare bollette relative a utenze domestiche senza neanche controllare le voci e i consumi reali, un’abitudine molto diffusa tra gli utenti. Arriva proprio in questi giorni la notizia di un’indagine congiunta tra l’Autorità per energia elettrica, il gas e il sistema idrico e la Guardia di Finanza, in merito alle tariffe idriche applicate negli anni 2012-2015 dai gestori del servizio. In particolare, l’indagine in corso avrebbe lo scopo di accertare che l’importo addebitato sulla bolletta dell’utente sia giusto, che i dati trasmessi siano coerenti per l’applicazione delle tariffe, verificando inoltre il rispetto degli obblighi di trasparenza delle fatture, nonché lo stato di realizzazione degli investimenti pianificati.
Nel mirino degli accertamenti sono finiti dieci gestori che operano su scala nazionale, di questi, cinque di medie dimensioni, i quali contano all’incirca 100 mila utenti ciascuno. Le verifiche condotte nel 2014 avevano già evidenziato delle infrazioni, con la conseguente applicazione di sanzioni e l’abbassamento dei costi. Secondo quanto si apprende dalla delibera 432/2015/E/idr, è previsto da parte delle autorità un controllo sui costi e i ricavi dei gerenti per definire le tariffe, l’esatto importo addebitato in bolletta e il rispetto degli obblighi di trasparenza, oltre ad un’analisi sugli importi richiesti come deposito cauzionale. Non solo, la normativa si estende anche alle società che presto si avvieranno alla gestione unica del servizio, in base al decreto “Sbocca Italia”.
Alle indagini suddette ne sono seguite altre sei, anche nei Comuni, i quali non avevano rispettato le norme per la trasmissione dei dati per l’applicazione della tariffa e di conseguenza, questi si sono visti ridurre la tariffa del 10 % a cui si è aggiunto il divieto di aumentare le tariffe applicate.
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