Secondo i dati dell’indagine pubblicata sul sito Immobiliare.it, il 14 per cento degli italiani sceglie le case-vacanza per le proprie ferie. Di fronte ad un mercato in così forte espansione, con un giro d’affari di relativa importanza, la Guardia di Finanza ha intensificato l’azione di contrasto all’evasione fiscale, svolgendo numerose verifiche delle locazioni degli immobili per le vacanze, spesso affittati in nero da proprietari che guadagnano migliaia di euro, rigorosamente «esentasse». Nel periodo estivo, i finanzieri hanno infatti incentrato l’attenzione delle operazioni di controllo non solo nelle località balneari, ma anche nelle principali città d’arte: Roma, Firenze ecc.
Per contrastare il fenomeno degli affitti “sommersi” estivi, il Fisco, già nel giugno 2011 aveva esteso anche agli affitti di breve periodo il provvedimento sulla cedolare secca sui canoni di locazione residenziali che permetteva, con un unico versamento, di sostituire il pagamento dell’imposta Irpef, le addizionali comunali e regionali, l’imposta di bollo e l’eventuale imposta di registro.
Eppure i dati finora emersi rilevano che solo il 20% dei proprietari di immobili per le vacanze offre un regolare contratto o rilascia la ricevuta fiscale, mentre il restante 80% entra automaticamente  nella cosiddetta economia sommersa degli affitti.   
E’ importante, però, chiarire qualche elemento inerente ai contratti per le case-vacanze. Innanzitutto, è bene sapere che la registrazione del contratto non è sempre obbligatoria. Se la durata del contratto non supera i 30 giorni complessivi nell’anno, non vi è infatti nessun obbligo di registrazione. In caso contrario, cioè per contratti validi più di 30 giorni, il termine per la registrazione degli stessi è di un mese dalla data di stipula o dalla sua decorrenza (se anteriore); i costi saranno a carico sia dell’affittuario che del proprietario, il quale dovrà provvedere a registrarlo presso un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate (non necessariamente, quindi, presso l’ufficio competente in relazione al proprio domicilio fiscale).
Inoltre, le locazioni di alloggi effettuate per finalità turistiche, non rispondendo ad un’esigenza abitativa primaria, sono regolate solo dalle disposizioni del codice civile, che lascia ampia discrezionalità alla volontà delle parti.
Nel contratto, anche se non registrato, è opportuno che vengano espressamente indicati: i dati del proprietario e dell’affittuario, l’indirizzo della casa ed il numero di interno, l’importo del canone di locazione pattuito, l’ammontare dell’eventuale caparra, spese incluse ed escluse, modi e termini per la consegna, modi e tempi per la riconsegna delle chiavi.
Il contratto, al di là dei fini fiscali, è molto  importante per tutelarsi da eventuali disguidi o problemi che potrebbero presentarsi al termine della vacanza.
Per quanto riguarda gli affitti in nero, le indagini estive del Comando Generale della Guardia di Finanza, si stanno indirizzando anche verso le locazioni di appartamenti nelle città universitarie. Le Fiamme Gialle hanno inviato oltre 10.000 questionari ad altrettanti studenti fuori sede, per il controllo degli affitti. Il modulo spedito è composto da una quindicina di domande tra le quali viene chiesto agli universitari fuori sede, dove vivono durante l’anno accademico, a quanto ammonta l’affitto, le modalità di pagamento, se gli è stato proposto di firmare un contratto regolare, quanto dura, in quanti condividono l’appartamento ecc.
Rispondere correttamente conviene, non solo per contribuire alla lotta all’evasione fiscale, ma anche per tutelare gli studenti stessi da ingiuste speculazioni sui prezzi.
Insomma, le attività della Guardia di Finanza, per contrastare gli affitti in nero, non si fermano, neanche d’estate. 
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