“ Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
 (Costituzione della Repubblica Italiana Articolo 21).
Nelle prossime ore il Parlamento riprenderà l’esame del Disegno di legge dal titolo “Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali”. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti d’indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità  amministrativa delle persone giuridiche, meglio conosciuto come ddl intercettazioni. Insieme a tutta una serie di nuove norme sulle intercettazioni vi è anche una profonda revisione della libertà di espressione, compresa quella di chi scrive sulla rete, sia che scriva su una testata giornalistica sia che scriva su un blog.
 Un disegno di legge che contiene la cosiddetta norma “ammazza blog” secondo la quale ogni gestore di sito informatico ha l’obbligo di rettificare ogni contenuto pubblicato sulla base di una semplice richiesta di soggetti che si ritengano lesi dal contenuto in questione. Il gestore di sito informatico, che sia blog, sito, giornale online, non ha possibilità di replica e nel caso si rifiutasse di rettificare quanto richiesto dovrà pagare fino a 12mila euro di multa.
La norma in questione recita: “Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”.
A farne le spese la libertà d’informazione propria della Rete. Senza contare il fatto che la norma non pone alcuna differenza tra blog personali e testate registrate.
Il ddl intercettazioni, infatti, prevede anche che qualunque blog, sito, portale o social network riceva una richiesta da soggetti che si ritengano lesi da un contenuto pubblicato, sia obbligato a rettificare entro 48 ore.
Al di là delle diffamazioni e degli insulti, ogni contenuto sul web diventerebbe potenzialmente censurabile, con l’invio di una semplice mail. 
E’ questo il contenuto del comma 29 dell’art. 1 del disegno di legge n. 1611, nella sua attuale formulazione ridisegnerebbe, in maniera importante e in chiave restrittiva e censorea, la mappa dell’informazione libera sul web.
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