“Penso che salvaguardare la salute pubblica sia un dovere inderogabile, ma allo stesso tempo non bisogna penalizzare oltremisura i fumatori”. È questa la linea assunta dal presidente dell’Udicon Domenico Nesci in relazione a una delle discussioni più controverse della nostra società. “E’ giusto che la lotta al fumo dispieghi tutte le sue energie- puntualizza Nesci- ma non bisogna vedere nell’aumento selvaggio dei prezzi delle sigarette la soluzione ideale per affrontare il problema”.

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Il Tar del Lazio ha stabilito che l’imposizione di un prezzo minimo per le sigarette possa rappresentare una violazione della concorrenza. Questa sentenza rischia di far alzare un polverone, anche perché potrebbe coinvolgere grandi colossi come per esempio Philips Morris. 

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La disputa è quanto mai nel vivo. Nel 2007 il ministero della salute sosteneva che l’introduzione del prezzo minimo da parte del Parlamento nel 2005, si era rivelato efficace nel ridurre il consumo di sigarette, specie tra i giovani. Secondo la Doxa i fumatori a partire dai 15 anni sono diminuiti dell’1,5% nel 2008, ma in Italia muoiono a causa del fumo tra 70mila e 83mila persone.

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Il dibattito è naturalmente destinato a continuare. È opportuno vagliare con attenzione la scelta dei mezzi più efficaci per contrastare il vizio del fumo, ricordando però che l’aumento spropositato dei prezzi delle sigarette finirebbe sicuramente per favorire fenomeni come il contrabbando.

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