Le cifre per il 2009 parlano chiaro. Superata la fase di monitoraggio, viene confermato il 3,1% in più di bocciati (3 mila) all’esame di Stato ( per un totale di 15 mila studenti rimasti senza diploma); mentre tra non ammessi e respinti la scuola italiana segnala 42 mila allievi.
Nuovi criteri sono stati adottati per il conseguimento della “maturità”. Se fino allo scorso anno  il credito si attestava a 20, dal 2009 è passato a 25, mentre il voto assegnato al colloquio da 35 è sceso a 30. In tal modo la differenza di cinque punti in meno non ha, in certi casi, consentito il raggiungimento di 60/100, nonché la sufficienza per la promozione.
I dati non positivi si prevedono in aumento per l’anno 2010, quando occorrerà acquisire la sufficienza in tutte le materie, mentre quest’anno è bastata la media del sei cui hanno concorso anche il voto in condotta e di educazione fisica.
Per le classi intermedie ha influito il 5 in condotta, proposto dal Ministro Mariastella Gelmini come strumento contro il bullismo e le scorrettezze in ambiente scolastico. Inoltre, si attendono ancora i dati di coloro che dovranno superare l’ammissione con riserva segnalata a giugno.
In pole position gli Istituti professionali e tecnici. Viene, forse, così confermata l’ipotesi di una eccessiva liceizzazione degli stessi?
 Il quadro della situazione è sintomo di indice di malessere. Le bocciature corrispondono ad un segnale di rigore? Come promuove la scuola il successo scolastico? La ricerca di qualità dell’offerta formativa induce a riflettere su come apprendono oggi gli alunni? Innumerevoli sono gli interrogativi emergenti e di non facile soluzione. Certo è che la valutazione e gli esami costituiscono una sfida per tutti i tasselli che compongono il sistema educativo. L’azione produce un feedback, nonché una risposta retroattiva, la quale consente la revisione degli interventi, didattici e non,  per migliorare l’attività scolastica e gli esiti futuri.
La valutazione è una componente necessaria dell’iter educativo in quanto coinvolge la sfera della responsabilità del soggetto. Secondo il modello nazionale standard, in Italia vige il criterio (di impronta napoleonica) della coincidenza tra età e classe scolastica e la necessità della sufficienza in ogni materia (come previsto dal Decreto Regio del 1924).
Un giudizio negativo grave, o una serie di insufficienze, conducono alla non ammissione alla classe successiva. Ma alla luce delle ricerche condotte negli Stati Uniti e in diversi Paesi europei (Inghilterra, Francia, Belgio, Olanda) solo il 3% delle bocciature ha esito costruttivo sui ragazzi, il che aumenta il rischio di dispersione scolastica.  Conseguenze altrettanto negative le provocano, però, le false promozioni. Quanti 5 passano a 6 per buonismo o per non perdere alunni e, quindi, classi? Quanti pensano di poter ottenere comunque la promozione? Quanti recuperano realmente in poche ore il lavoro non svolto in un anno?
Si deduce che c’è molto su cui studiare. Nel frattempo, niente buonismo, sì a serietà nella valutazione e alla realizzazione di piani d’intervento in progress congrui alle capacità degli allievi.
Gli studenti esigano qualità, ma rispondano con altrettanta maturità nel dimostrare chi sono e quale futuro vogliono costruire.

Maria Antonia Naso
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