Il dibattito sulla sostenibilità ambientale è all’ordine del giorno su tutti i media, ed è sempre più marcata la convinzione che uno degli obbiettivi cardine è il rapporto tra circular economy e industry 4.0. La prima è basata su una differente modalità di produzione che, in passato era basata su un processo lineare nel quale le materie prime venivano impiegate e gli scarti venivano, invece, gettati; oggi si è passati ad un modello di rigenerazione autonomo che parte dagli scarti per diventare una risorsa.

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Il cambiamento è sicuramente culturale in primis e, il passaggio ad un’economia circolare, segna una possibilità per cercare di valorizzare al meglio tutte le proprietà che si celano dietro gli scarti. E’ compito poi dell’industria sviluppare le capacità che questi scarti possono generare. A differenza della sharing economy, che è basata sulla rielaborazione di beni e servizi, la circular economy si occupa di sviluppare i prodotti industriali rendendo gli scarti materie prime per creare prodotti nuovi e sostenibili, utilizzando la tecnologia e l’industria 4.0.

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Proprio quest’ultima crea dei prodotti vicini al consumatore e la tecnologia, invece, minimizza l’utilizzo di risorse energetiche per essere quanto più sostenibili possibile. La richiesta da parte dei consumatori di prodotti sempre più sostenibili, aumenta il valore dell’importanza del binomio che esiste tra economia circolare e industria 4.0. Le fondamenta di questa evoluzione sono costituite dai dati prodotti dall’Internet of Things e dai consumatori nel loro itinerario che percorrono quando istaurano dei rapporti con l’impresa durevoli nel tempo, costituendo un rapporto cliente – impresa che deve diventare quanto più possibile 4.0.

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