Un’importante sentenza antitrust statunitense ha colpito Google, accusata di violare le leggi per mantenere il monopolio delle ricerche online. La decisione, presa dal giudice federale Amit P. Mehta della Corte distrettuale del District of Columbia, rappresenta una svolta significativa nel contrasto al potere delle Big Tech. Questa sentenza potrebbe segnare l’inizio di una nuova era nella regolamentazione delle grandi aziende tecnologiche, costringendole a rivedere le loro pratiche commerciali per garantire una maggiore concorrenza nel mercato.

Le accuse e la sentenza

Secondo il giudice Google ha adottato pratiche illegali per consolidare il suo predominio nel mercato delle ricerche su Internet. In particolare, l’azienda avrebbe speso miliardi di dollari per assicurarsi che il suo motore di ricerca fosse quello predefinito sui dispositivi di aziende come Apple, Samsung e Verizon. Questa strategia ha permesso a Google di controllare circa il 90% del mercato delle ricerche online, impedendo ai concorrenti di competere in modo equo.

Nella sua sentenza di 286 pagine, il giudice ha inoltre rilevato che Google ha penalizzato Microsoft nel settore degli annunci pubblicitari associati ai risultati di ricerca, consolidando il suo dominio anche in questo mercato.

Il processo 

Il verdetto è il risultato di un processo durato 10 settimane, durante il quale il governo federale e vari Stati americani hanno argomentato che i pagamenti di Google per essere il motore di ricerca predefinito hanno escluso i concorrenti dal costruire una base di utenti sufficientemente ampia per competere. Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha dichiarato che il dominio di Google ha creato un “Google web” e che la collaborazione tra Google e Apple è simile a un oligopolio. Nadella ha avvertito che, senza interventi, Google potrebbe estendere il suo dominio anche allo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Google ha respinto le accuse, sostenendo che il suo successo è dovuto alla qualità superiore del suo motore di ricerca. La sentenza è vista come una vittoria storica per le autorità regolatorie americane e potrebbe influenzare future azioni legali antitrust contro altri giganti tecnologici come Apple, Amazon e Meta. Secondo il New York Times, questa decisione rappresenta il colpo più significativo mai inflitto alle Big Tech da parte delle autorità statunitensi.

 

 

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