La Camera ha approvato un ODG presentato da Maria Laura Paxia (Misto) al Decreto Energia, che accoglie le richieste della Ue di scorporare dal 2023 il canone Rai dalla bolletta elettrica in quanto “onere improprio”. L’ODG però non è vincolante per il Governo che lo ha accettato prima come raccomandazione e successivamente come riformulazione (senza dover essere posto ai voti): essendo un atto di indirizzo, impegna politicamente l’esecutivo a interpretarlo e a procedere – in caso – alla sua applicazione. Tra alcuni esponenti del Governo però c’è chi giura che la strada per approvare l’ODG sia già in salita: togliere il canone dalla bolletta significherebbe mettere a rischio le entrate e i conti (già in rosso) di Rai.

È da luglio 2016, con il Governo presieduto da Matteo Renzi, che il canone di abbonamento alla televisione pubblica è applicato sulla bolletta elettrica. L’importo del canone di 90 euro è addebitato per famiglia anagrafica, indipendentemente dal numero di televisori posseduti, suddividendolo in 10 rate mensili da gennaio ad ottobre. Nel 2020 le entrate del canone hanno superato gli 1,72 miliardi.

È bene ricordare che, a fronte dei 90 euro di ammontare annuo, la Rai ne percepisce 75,4 euro. Il passaggio del canone infatti non avviene direttamente dalla bolletta alla Rai, ma transita per l’agenzia delle Entrate e poi da questa alle casse della televisione pubblica. E i 90 euro sono comprensivi del contributo al Fondo per l’Editoria in capo alla Presidenza del Consiglio e di quello per le antenne locali, in capo al Mise.

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