Nella giornata di ieri, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento di economia e finanza 2022 (DEF).

Il Documento tiene conto del peggioramento del quadro economico determinato in particolare dalla crisi in Ucraina, dall’aumento dei prezzi dell’energia, degli alimentari e delle materie prime, dall’andamento dei tassi d’interesse e dalla minor crescita dei mercati di esportazione dell’Italia.

Ad una prima analisi il quadro macroeconomico peggiora, almeno nel breve periodo, ma il quadro di finanza pubblica resta immutato. Ciò è dovuto principalmente alla prudenza con cui erano stati fissati gli obiettivi da parte del Governo e dall’andamento dell’inflazione.

Niente scostamenti di bilancio come richiesto da alcune forze politiche e nonostante la minore crescita reale, i 15 miliardi di euro stanziati dal Governo per contenere il costo delle bollette, l’annuncio di un nuovo dpcm che aumenti la spesa per contenere i prezzi dei carburanti, realizzare opere pubbliche, assistere i profughi ucraini.

La previsione tendenziale di crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il 2022 scende dal 4,7% programmatico della NADEF al 2,9%, quella per il 2023 dal 2,8% al 2,3%.

Questo spazio di manovra sarà utilizzato dal Governo per contenere il costo dei carburanti e dell’energia per famiglie e attività produttive, potenziare gli strumenti di garanzia per l’accesso al credito delle imprese, integrare le risorse per compensare l’aumento del costo delle opere pubbliche.

Per effetto di questi interventi, la crescita programmatica sarà lievemente più elevata di quella tendenziale, soprattutto nel 2022 e nel 2023 (3,1% e del 2,4%), con riflessi positivi sull’andamento dell’occupazione. Il rapporto debito/PIL nello scenario programmatico diminuirà quest’anno al 147,0%, dal 150,8% del 2021, per calare poi progressivamente fino al 141,4% nel 2025.

Qui il link al comunicato del Consiglio dei Ministri.

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