Venerdì scorso il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico sul DMA, il Digital Markets Act, che definisce le regole per contrastare le pratiche sleali e l’abuso di posizione dominante dei giganti del web sui mercati on line. Una crociata iniziata un anno e mezzo fa dall’Unione Europea con una serie di cause intentate contro i colossi del web che svolgono un ruolo di gatekeeper come Google, Amazon, Apple, Facebook.

Il regolamento del DMA imporrà alle grandi piattaforme che operano servizi browser, di messaggistica istantanea e di social media con almeno 45 milioni di utenti finali mensili in UE, con una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro o un fatturato annuo di 7,5 miliardi di euro, di rispettare una serie di regole per continuare ad operare sul mercato europeo: l’obbligo di interagire con le piccole aziende concorrenti, il divieto di utilizzare i dati accumulati sui siti internet a uso esclusivo delle piattaforme e i dati sui clienti a fini pubblicitari senza avere il consenso dei fruitori. Inoltre, le piattaforme non potranno imporre le proprie applicazioni sui telefoni e altri dispositivi ma dovranno rispettare nuove regole sull’interoperabilità, per consentire agli utenti di comunicare attraverso diversi servizi di messaggistica. Dalle prime bozze della nuova legge, il provvedimento – che sarà approvato probabilmente entro ottobre – prevede anche delle multe salate che variano dal 10% del giro di affari annuo globale delle piattaforme, al 20% per chi si dimostrerà recidivo, fino a misure di divieto di acquisizione sul territorio europeo e allo smantellamento delle attività.

“L’Europa ha deciso finalmente di puntare i piedi e mettere fine al far west dei colossi digitali” – ha dichiarato il Presidente U.Di.Con. Denis Nesci. “Le Big Tech non potranno più compiere una serie di condotte che limitano la concorrenza on line: in questo modo l’Unione Europea rivoluziona il paradigma dei mercati digitali con un regolamento che può rappresentare un momento storico per il futuro della libertà e della sostenibilità di questo settore. Fino a ieri sono state le grandi piattaforme a dettare le regole del gioco, ora queste ultime saranno vincolate ad un regolamento europeo che ridefinisce gli spazi di un ambito ancora poco disciplinato” – ha proseguito Nesci.
“Il nuovo quadro normativo ristabilisce la certezza del diritto e la libera concorrenza, fin troppo trascurate negli ultimi anni da un’Europa che ha preferito rincorrere le operazioni industriali delle Big Tech per verificare che fossero in linea con le normative europee, piuttosto che prevenirle con regole più stringenti. Come per la normativa sulla privacy, la Ue ha dimostrato di rivestire un ruolo di primo piano nella creazione di regolamenti, rappresentando un modello virtuoso per altri paesi. Gli unici nodi che restano da sciogliere sono su come la Commissione attuerà le nuove regole e in che modo le farà rispettare ma questo accordo è sicuramente il primo passo per la creazione di uno spazio economico più equo e competitivo, dove garantire più concorrenza, più innovazione e più scelta per i consumatori – ha concluso Nesci.

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