Da qualche giorno è entrata in vigore la normativa sulla plastica monouso disposta dalla direttiva SUP 2019/904 della Comunità Europea che ha come obiettivo quello di ridurre l’uso della plastica monouso, non biodegradabile e non compostabile.
Le nuove norme prevedono: una riduzione del consumo entro il 2026 dei prodotti in plastica monouso: tazze o bicchieri per bevande e contenitori per alimenti, il divieto di immissione sul mercato di: bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, agitatori per bevande, aste a sostegno dei palloncini e contenitori per alimenti, contenitori per bevande, tazze e bicchieri in polistirene espanso e la specifica marcatura sui prodotti in plastica monouso: assorbenti e tamponi, salviette umidificate, filtri per tabacco, tazze o bicchieri per bevande.
Inoltre, la direttiva europea introduce uno specifico sistema di etichettatura al fine di informare i consumatori sulle modalità di gestione di alcuni rifiuti in plastica, tra cui: assorbenti e tamponi igienici (applicatori compresi), salviette umidificate, prodotti del tabacco con filtri, tazze o bicchieri per bevande.
In questo ultimo periodo, vengono usati prodotti in plastica molto simili a quelli monouso ma “riutilizzabili” per un numero limitato di volte come indicato nelle confezioni: un modo per aggirare il bando e che porta ad un incremento dell’utilizzo di plastica piuttosto che ad una sua diminuzione.
Infatti, per chi immetterà sul mercato o venderà prodotti non conformi sono previste delle sanzioni amministrative pecuniarie da 2500 euro a 25000 euro che possono aumentare fino al doppio del massimo in caso di immissione di un quantitativo di prodotti del valore superiore al 10% del fatturato del trasgressore.