Negli ultimi anni, alcune ricerche sullo streaming televisivo, hanno affermato una moltiplicazione dei servizi e dei soggetti operanti in questo campo.
Da quanto rivelano alcuni dati sulle Pay TV in Italia, non si lascia spazio a interpretazioni: il modo in cui gli italiani guardano la televisione è notevolmente cambiato e, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è un cambiamento che riguarda solo i giovani. Inoltre, si stima che entro il 2030, questo mercato, dovrebbe raggiungere circa un miliardo di utenti.
Tutto ciò recherà un danno alla “vecchia” televisione? Alcuni risultati, come per esempio quello di The Changing TV Experience, sostengono che nonostante si possiede un apparecchio in casa in grado di supportare lo streaming, la visione della “vecchia televisione via cavo rimane ancora l’attitudine più comune tra i telespettatori.
Guardare la televisione in streaming e guardare la TV tradizionale sono percepite come esperienze molto simili, ciò che le differenzia è il coinvolgimento e il loro utilizzo. Nel primo caso, chi guarda programmi in streaming televisivo è contemporaneamente impegnato in altre attività meno di quanto non lo sia, invece, chi guarda la televisione tradizionale. Nel secondo caso, invece, con l’aumento delle connessioni mobili e dei device anche la televisione è sempre più una mobile TV.
Un’altra caratteristica che contraddistingue questo tipo di mercato è l’assenza della pubblicità, che effettivamente un italiano su due dice di non gradire ed è lo spettatore a scegliere cosa guardare e quando guardarlo.
Quindi, ogni utente, grazie alla TV streaming, si costruisce il suo palinsesto fatto di prodotti che ne rispecchino quanto più possibile gusti, abitudini di consumo e preferenze.

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