L’Italian Digital Media Observatory, varato dalla Commissione europea, ha dato vita a un network di hub nazionali sull’analisi dei social media. L’osservatorio italiano è stato realizzato dall’università Luiss Guido Carli, in qualità di coordinatore, insieme a Rai, Tim, gruppo Gedi, Università di Tor Vergata, T6 Ecosystems, Newsguard, Pagella Politica con l’obiettivo di insegnare a distinguere il vero dal falso salvaguardando la liberà di opinione. Pertanto nasce il bando per l’Italian Digital Media Observatory dell’Unione europea!
La durata prevista del progetto sarà di trenta mesi, inoltre, i collaboratori si occuperanno di redigere un report bimestrale osservando gli sviluppi della disinformazione online. Il capo della direzione Media e data della Commissione europea, G. Abbamonte, ha sottolineato l’importanza dei codici di condotta e le misure volte a demonetizzare i diffusori di notizie false. Il fenomeno delle fake news non è nuovo e, in sostanza, non è da sottovalutare la rilevanza della tecnologia e dell’intelligenza artificiale per combatterle. Ciò non significa che si devono censurare le notizie, anzi, si deve pubblicare tutto affinché ci sia un controllo, come avviene per i giornali. Infatti, gli hub nazionali avranno il compito di monitorare e segnalare le campagne di disinformazione anche attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale e lo sviluppo dei servizi di fact-checking, supportando le organizzazioni dei media e le autorità pubbliche per smascherarle.
Ogni hub avrà il compito di organizzare attività di alfabetizzazione mediatica a livello nazionale o transnazionale, dunque, ogni hub nazionale sarà responsabile di uno o più paesi dell’Ue.

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