Dai dati raccolti durante le investigazioni, emerge che numerosi consumatori assicurati hanno dovuto contrastare respingimenti di richieste con giustificazioni fittizie, ritardi nelle risposte e nella gestione delle prestazioni dirette, ritiri di autorizzazioni già rilasciate, arbitrarie limitazioni introdotte nella prassi liquidativa, difficoltà a contattare l’assistenza clienti, che si è rivelata poco efficace. Attraverso le e-mail dei dipendenti, le Autorità hanno rinvenuto che alcuni dati percentuali di ritardo, comunicati ai fondi sanitari, non fossero corrispondenti al vero.
Infatti, nella documentazione affiorano richieste pretestuose di integrazione delle domande di rimborso a discapito degli assicurati, sebbene la documentazione fosse già in possesso delle società in questione. Per autorizzare prestazioni che prevedono cicli di più sedute, come nel caso delle terapie oncologiche, i consumatori erano costretti ad inviare una specifica richiesta per ciascuna seduta del ciclo, pertanto è stata riscontrata l’adozione di procedure dilatorie, con particolare riferimento agli aderenti al fondo sanitario MètaSalute: è risultato che i tempi effettivi di rilascio del voucher per l’erogazione dei servizi fossero ben superiori a quelli previsti contrattualmente e, in molti casi, si è verificato anche che il voucher venisse ritirato dopo il rilascio.
Si consiglia dunque di fare particolare attenzione a queste pratiche commerciali scorrette in violazione degli articoli 20, comma 2, 24 e 25, comma 1, lett. d), del Codice del Consumo, in quanto le società hanno reso onerosa e difficile per i consumatori la fruizione delle prestazioni assicurative.

I commenti sono chiusi.