Roma,26/04/2021 – “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato approvato dal Governo e, proprio in queste ore, Draghi lo sta presentando in Parlamento. Nel Recovery Plan approvato, gli investimenti previsti ammontano a 222,1 miliardi di euro – scrive in una nota il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con. Denis Nesci – nelle sei missioni previste nel piano, rientrano riforme che dovrebbero far ripartire il Paese dopo il crollo causato dalla pandemia, e che indica le misure che dovranno dare attuazione nel nostro Paese al programma Next Generation EU. In linea generale è decisamente un piano che andrebbe a colmare i gravi gap presenti all’interno del nostro Paese ma ci sono sicuramente dei passaggi che ci preoccupano. Uno di questi è la sfida del digitale, considerando l’enorme carenza di organico nella nostra Pubblica Amministrazione e soprattutto la scarsa propensione di queste risorse verso il digitale, quindi ben venga il reclutamento di risorse umane e la valorizzazione delle loro competenze. A seguito del periodo di emergenza che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, ci saremmo aspettati qualche risorsa in più in ambito sanitario. Assolutamente insufficiente la percentuale del 40% dei fondi destinati al Sud considerando lo stato delle cose – continua Nesci – ed è necessario vigilare sull’effettivo sano utilizzo dei fondi. Per quanto riguarda il tema giustizia, finalmente nel piano si è preso atto che l’attuale sistema giudiziario manchi di celerità e apprezziamo il focus sulle ADR, ma bisognerebbe incentivare gli strumenti extra giudiziali come le conciliazioni paritetiche, che sono strumenti veloci e alleggerirebbero il carico giudiziale. Quindi la soluzione ci sarebbe ma non si conosce. Bene anche la legge annuale per la concorrenza, però auspichiamo che i lavori prevedano un coinvolgimento stretto delle Associazioni dei Consumatori che non possono trovarsi a commentare norme già fatte. Bene gli investimenti sulle infrastrutture per una mobilità sostenibile, ci auguriamo che siano effettuati però in tempi coerenti, in particolare al Sud. Per quanto riguarda Istruzione e Ricerca – prosegue Nesci – bene il potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione ma, considerando le risorse stanziate per ricerca ed impresa, crediamo non siano sufficienti vista l’arretratezza del nostro Paese rispetto al resto d’Europa che giustifica la fuga dei cervelli. Stesso discorso per il tema dell’innovazione, e nel piano si continua ad evincere uno stampo ancora troppo tradizionalista. Con riferimento alle nuove forme di approvvigionamento energetico, siamo favorevoli, con le dovute precisazioni. In particolare, tali misure devono garantire, e se possibile incrementare, le garanzie di una continuità della fornitura. Tali misure devono inoltre essere idonee a stimolare la competitività del mercato, al fine di consentire l’abbassamento del costo dell’energia. Una cifra che ci sembra a dir poco insufficiente è quella stanziata per il potenziamento delle politiche per il lavoro e per il Terzo Settore considerando la delicatezza del tema in quanto il mercato del lavoro è una grande piaga che affligge il nostro Paese, nonostante le vane rassicurazioni giunte negli anni. Ci auguriamo che tutte queste misure programmatiche vengano attuate in tempi ragionevoli e che si apra una nuova epoca per il nostro Paese – conclude Nesci – sarebbe stato opportuno audire oltre le categorie sindacali anche le Associazioni dei consumatori”.
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