Il lockdown e più in generale il coronavirus hanno completamente rivoluzionato le abitudini dei consumatori, come utilizzare una videochiamata su piattaforme fino a pochi mesi fa sconosciute. Se ci fermiamo un attimo a pensare a com’era la vita di tutti noi fino a pochi mesi fa, ci rendiamo conto di come vedere persone che utilizzavano la videochiamata fosse assolutamente cosa rara. Vogliamo parlare del modo di lavorare? Lo smartworking sta portando note positive sia dal lato aziendale, sia dal lato dei dipendenti che possono gestire la loro quotidianità come non avevano mai fatto fino a questo momento. Ci sono anche per questa situazione, naturalmente, anche gli aspetti negativi come la perdita del lavoro di squadra che non sempre regge nonostante l’iperconnessione a cui sono sottoposti gli utenti. Insomma le abitudini sono marcatamente diverse, c’è un clamoroso ritorno del fai-da-te, per dirne una, e le grandi aziende non hanno impiegato molto tempo nel cambiare il modo di muoversi per intercettare i bisogni dei consumatori. Se prima si concedeva più spazio con la comunicazione diretta con i clienti, ora è necessario non abbassare mai la guardia, perché altre aziende potrebbero avere una risposta più immediata e ricevere una risonanza maggiore. Trattenere un cliente già attivo è molto meno costoso rispetto al rintracciarne uno nuovo ed ecco come la fidelizzazione trova ancora il modo per essere in cima alle strategie di un’azienda. Ma ciò che è davvero cambiato per gli utenti e quindi per le aziende, è che le persone non possono più (almeno in questo momento) essere analizzate da un bot o da un software o ancora da un algoritmo. C’è un lato emotivo che ha ritrovato forza e la fa da padrone, mentre lo studio e le analisi devono al momento rimanere a guardare.

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