Roma, 30/09/2020 – “Siamo davanti a due giochi davvero pericolosi e che di gioco hanno ben poco – scrive in una nota il Presidente Nazionale U.Di.Con. Denis Nesci – una è un’App scaricata da 7 milioni di utenti nel mondo, nient’altro che un chatbot creato per chi si sente solo. Ma le conversazioni attraverso questo robot possono prendere pieghe molto pericolose. Gli esempi che si leggono sui media sono a dir poco allarmanti, basti pensare al fatto che se si chiede al bot cosa fare con un pericolo, il bot ne suggerisce l’eliminazione fisica. In soggetti che soffrono di solitudine questo potrebbe anche portare a gravi conseguenze. Questo più che un aiuto psicologico ci sembra un grave problema sociale – continua Nesci – così come avvenuto nel caso del bimbo che nelle ultime ore si è tolto la vita probabilmente a causa di un gioco simile al purtroppo famoso Blue Whale. È ancora un’ipotesi, che però sembra essere fondata. Tutto è partito dai social network, un gioco che non ha nulla di divertente porterebbe i bambini a percorrere dei livelli sempre più complicati e che, di fatto, portano alla morte. Questo nulla ha a che vedere con l’innovazione, ma il mancato controllo rispetto a queste due gravi situazioni rischia di costare la vita a molte persone, in particolare bambini. Come associazione di promozione sociale riteniamo sia necessario un intervento forte su queste tematiche troppo spesso sottovalutate” – conclude Nesci.

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