Roma, 17/06/2020 – “In questi giorni siamo stati invasi dalle innumerevoli segnalazioni che riguardano l’impossibilità di riscuotere in contanti l’assegno della Cassa integrazione – scrive in una nota il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con. Denis Nesci – nello specifico i beneficiari si vedono negato dall’Ufficio Postale il diritto alla riscossione in contanti per gli importi superiori a 1.000 euro in quanto Poste richiede l’apertura obbligatoria di un conto corrente postale sul quale effettuare l’accredito. Questa situazione ci sembra totalmente assurda oltre che illegittima in quanto la legge non impone questa modalità di riscossione ai beneficiari e, a maggior ragione, ci sembra impensabile che Poste debba approfittare di questa emergenza per incrementare il suo numero di clienti. Sono innumerevoli i disagi che sta creando Poste con queste modalità di riscossione degli ammortizzatori sociali, sia per coloro i quali sono già titolari di un conto corrente postale che hanno interessa ad avere un’immediata liquidità – continua Nesci – sia per tutti coloro che non sono titolari di conto corrente, i quali da un lato sarebbero costretti ad accendere un conto presso Poste Italiane, sebbene potrebbero non essere interessati nel farlo, dall’altro dovrebbero attendere comunque i tempi di apertura conto e di accredito. Già i lavoratori stanno attendendo da troppo tempo quanto gli è dovuto ma ora è inconcepibile richiedere loro ulteriori adempimenti ed attese, che ricordiamo non sono previste dalla legge, per incassare ciò che potrebbero avere in contanti ed in tempo reale. Anche perché per quanto riguarda gli altri tipi di bonifici domiciliati Poste effettua il pagamento in contanti dei medesimi fino ad € 6.000,00, quindi non capiamo dove sta la differenza. Per questo motivo chiediamo a Poste che vengano riconosciuti i diritti di riscuotere in contanti le somme dovute ai lavoratori a titolo di cassa integrazione – conclude Nesci – senza costringerli ad aprire necessariamente un conto presso i loro uffici”.
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