L’Antitrust ha avviato un’indagine preistruttoria acquisendo i dati di 3.800 supermercati sparsi tra centro e sud Italia. C’è il sospetto di un amento dei prezzi non giustificato.
AGGIORNAMENTI (06/08/2020): In relazione al Comunicato Stampa dell’AGCM del 07.05.2020, si specifica che il Tribunale di Napoli Nord, adito dalla Ce. Di Sigma Campania s.p.a., emanava ordinanza ex art. 700 cpc datata 29/07/2020, con la quale veniva ordinato – tra le altre – all’AGCM di pubblicare il testo di rettifica di seguito riportato: “in relazione al comunicato in oggetto si specifica che nei confronti di Ce. Di Sigma Campania s.p.a. e delle altre aziende indicate è stata effettuata una semplice richiesta di informazioni senza l’avvio di alcun procedimento istruttorio o sanzionatorio”. Il provvedimento suesteso è stato adottato all’esito di un procedimento d’urgenza, incardinato dalla ridetta Società per tutelare la propria immagine e reputazione.
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08/05/2020 – L’Antitrust vuole vederci chiaro sui rincari dei prezzi spesa avvenuto nel periodo della quarantena per l’emergenza sanitaria del Covid-19. Secondo l’Autorità c’è il sospetto, che l’aumento dei prezzi della spesa dei consumatori, non sia giustificato dal reale andamento della domanda e dell’offerta.
Rincari prezzi spesa: l’indagine dell’Agcom
L’Antitrust ha cosìavviato un’indagine preistruttoria che vede il coinvolgimento di diverse catene di supermercati e gruppi attivi nel settore della GdO. L’obiettivo è quello di accertarsi che i rincari dei prezzi della spesa alla cassa siano conseguenti a un aumento dei costi sostenuti dagli stessi operatori in fase di approvvigionamento. Il sospetto, come detto, è che qualcuno si sia fatto prendere la mano e, approfittando della situazione, abbia provato a guadagnarci più del dovuto.
Controllo sui beni alimentari e d’igiene
In questa prima fase, gli ispettori dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato andranno ad acquisire dati sull’andamento dei prezzi di vendita al dettaglio e dei prezzi di acquisto all’ingrosso di generi alimentari di prima necessità, detergenti, disinfettanti e guanti. L’obiettivo dell’Autorità garante è quello di individuare eventuali fenomeni di sfruttamento dell’emergenza sanitaria a base dei rincari dei prezzi della spesa.
I supermercati su cui indaga Agcom
L’AGCM ha così chiesto informazioni a oltre 3.800 punti vendita, situati principalmente nell’Italia centro-meridionale. In queste zone, non trattandosi di “zone rosse”, i rincari dei prezzi della spesa non sembrano essere immediatamente riconducibili a “motivazioni di ordine strutturale”. Per questo motivo, l’Autorità ha ritenuto di non poter escludere che tali maggiori aumenti siano dovuti anche a fenomeni speculativi.
Nello specifico, la richiesta di chiarimenti riguarda alcuni punti vendita delle seguenti catene:
- Carrefour Italia SpA, MD SpA, Lidl SpA, Eurospin SpA, F.lli Arena srl;
- alcune cooperative Conad (Conad Sicilia, Conad Nord-Ovest, PAC 2000, Conad Adriatico, nonché Margherita Distribuzione);
- alcune cooperative e master franchisor Coop (Unicoop Firenze, Unicoop Tirreno, Coop Centro Italia, Coop Liguria, Novacoop, Coop Alleanza 3.0, Tatò Paride);
- diversi Ce.Di. aderenti a SISA (p.es. SISA Sicilia), SIGMA (p.es. Ce.Di. Sigma Campania) e CRAI (p.es. CRAI Regina srl).