In questo periodo di lockdown, da un lato sono aumentati le transazioni online e dall’altro anche i disagi connessi agli acquisti sul web,  tra cui gli ordini annullati dal venditore e le consegne in ritardo. Vi suggeriamo alcuni espedienti per prevenire i disservizi e scoprire se il portale su cui stiamo comprando ci sia sicurezza per il consumatore.

L’obbligo di permanenza a casa, imposto per circoscrivere la diffusione di Covid-19, ha favorito l’incremento  degli acquisti online dei consumatori. Ma, anche con una valanga di ritardi nelle consegne, ordini cancellati e pacchi dispersi nel nulla. I disservizi sull’e-commerce che si moltiplicano sono effetti collaterali dell’inatteso boom di transazioni telematiche. Ecco alcuni consigli delle associazioni dei consumatori per prevenire gli inconvenienti e far rispettare i propri diritti.

piattaforme e-commerce

E-commerce: gli imprevisti legati al Covid-19

Gli imprevisti legati alla pandemia rappresentano a tutti gli effetti una causa di forza maggiore.
Per cogliere la misura del fenomeno basti pensare che il lockdown ha messo a dura prova anche un colosso dell’e-commerce come Amazon, che per alcune settimane tra marzo e aprile ha sospeso le spedizioni dei beni non di prima necessità. Diverse altre piattaforme minori hanno provato a fronteggiare seppur a fatica il picco di ordini, dovendo tutelare al tempo stesso la salute dei propri dipendenti. Presi d’assalto i negozi online sono andati in breve tempo in tilt, con conseguente esaurimento dei prodotti, nonostante i continui rifornimenti. Com’è capitato ad esempio a diverse catene di supermercati: ad esempio Carrefour, costretta a contingentare persino gli accessi telematici.

ritardi consegne

E-commerce: in caso di consegna incerta meglio lasciar stare

Si consiglia, a nostro parere, di lasciar stare quelle piattaforme online che non sono chiare nelle date di consegna e nei recapiti per chiedere informazioni sui prodotti. A ogni negozio elettronico spetta indicare in modo chiaro e leggibile, nei primi step dell’acquisto, se verranno applicate restrizioni per la consegna. Dovrebbero anche essere messi a disposizione i contatti opportuni (telefono o mail) per chiedere ulteriori lumi al fornitore in caso di dubbi. Nell’incertezza, il consiglio è provare a cercare lo stesso articolo su vari portali e confermare l’ordine solo su quello che assicura la data di recapito più prossima.

Cosa fare in caso di recapito in ritardo

Se durante la transazione la piattaforma ci fa sapere che il recapito prevede un ritardo abbiamo due possibilità: scegliere di aspettare, se non abbiamo fretta, e concordare una seconda data per la consegna, purché il corriere ci venga incontro sul giorno. Nel caso il trasportatore ci imponga invece una data per noi scomoda, possiamo annullare l’ordine senza problemi. Se non siamo disposti ad attendere, abbiamo facoltà di disdire la transazione, pretendendo anche la restituzione delle somme versate, se già incassate.

Quando possiamo far valere il dritto di recesso

Se il prodotto ci arriva in ritardo rispetto alla data prevista, possiamo sempre avvalerci del diritto di recesso. Il Codice del consumo (art.52) infatti, fa partire il termine di due settimane per cambiare idea dal momento in cui si acquisisce il possesso fisico dei beni. Dunque se siamo insoddisfatti, ci basterà informare il fornitore entro 14 giorni dal momento della ricezione effettiva del pacco, circa la nostra intenzione di renderlo. Una volta riconsegnato al corriere o all’ufficio postale è buona norma conservare sempre la ricevuta che ne attesta il ritorno al mittente.

Nessun problema infine se abbiamo acquistato un elettrodomestico con un finanziamento. Si tratta di un contratto accessorio. Se ci tiriamo indietro dal contratto principale (cioè dall’acquisto) verrà meno anche il finanziamento. Basta ricordarsi di comunicare al sito di e-commerce che l’acquisto è stato revocato.

diritto di recesso

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