Reggio Calabria, 13/02/2020 – “E’ ancora viva l’eco del tragico fatto, accaduto in un Ospedale della Locride, che ha coinvolto una donna, deceduta in seguito alle ustioni provocate da un incendio alla sua abitazione e, pare, per i ritardi di risposta del servizio del 118. Più di un’ora di attesa in questo caso recente ma, più in generale sono in aumento le segnalazioni di sospetti casi di malasanità su tutto il territorio calabrese – così il Vice Presidente regionale U.Di.Con. Calabria, Domenico Iamundo in una nota stampa sulla vicenda accaduta a Gioiosa Jonica e, più in generale, sulla sanità regionale. “E’ bene ricordare come l’U.Di.Con. – scrive Iamundo – da diversi anni, è impegnata sulla tutela del diritto alla salute e di tutti quei casi di malasanità, nonché dei relativi danni. La casistica purtroppo è molto ampia e comprende prestazioni mediche di natura diagnostica, assistenziale, ospedaliera, terapeutica, chirurgica. Con la denuncia del grave episodio accaduto nel centro della Jonica nei giorni scorsi, ovvero il notevole ritardo dell’arrivo di un’ambulanza – continua Iamundo – che per noi non si può certo considerare archiviato, stanno riportando alla luce una serie di limiti nella gestione della Sanità in Calabria e che l’U.Di.Con. ha puntualmente denunciato agli Enti di competenza. Non può sfuggire che i temi da noi sollevati hanno sempre riguardato la valorizzazione di professionalità, la tutela di diritti di lavoratori e anche una maggiore efficienza dei servizi a vantaggio dell’utenza.
“La triste vicenda di Roccella – prosegue Domenico Iamundo – mette ancora una volta in evidenza la non eccellente gestione della sanità in Calabria. È tutto un susseguirsi giornaliero di casi che occupano, purtroppo, le prime pagine dei quotidiani e dei Tg, a volte non solo regionali. Si passa dagli ascensori non funzionanti di Locri, alla chiusura di sportello ticket di Tropea, dalla ventilata chiusura di interi reparti negli Ospedali dell’Alto Jonio Cosentino. Sulla vicenda del ritardo del 118 dei giorni scorsi abbiamo provveduto a scrivere alla neo presidente della Regione Calabria chiedendo di attivarsi per accertare eventuali negligenze e, ove lo ritenesse opportuno, istituire un tavolo tecnico per attivare qualsiasi iniziativa volta alla tutela del diritto alla salute dei cittadini Calabresi. Questi fatti di cattiva gestione della sanità pubblica calabrese, che ormai si protraggono da decenni – conclude Iamundo – oltre a provocare gravi disagi agli ammalati ed alle loro famiglie che molto spesso affrontano gli ormai famosi viaggi della speranza presso strutture del nord, incidono notevolmente sui bilanci delle ASP. È notizia dei giorni scorsi che solo l’ASP di Reggio Calabria ha dovuto risarcire, per errori chirurgici o diagnostici, in soli sei anni, la considerevole cifra di 15 milioni di euro. Si può e si deve porre fine a questa ulteriore statistica che contribuisce a tener ferma la Calabria come fanalino di coda, anche, nella Sanità”.
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