Roma, 28/01/2020 – “Quanto apprendiamo dalla stampa è di una gravità inaudita – scrive in una nota il Presidente Nazionale U.Di.Con. Denis Nesci – è disgustoso trovare tanta insensibilità e impreparazione in materia di disabili nel 2020. La disabilità non è una scelta e le società di calcio dovrebbero favorire l’inclusione non, come in questo caso, alimentare la segregazione sociale”.

Domenica 26 gennaio è un giorno di sport come tanti altri ma non per Andrea, ragazzo tifosissimo dell’Inter, che a causa di una lesione spinale deambula con l’ausilio di stampelle. Come di consueto, si reca allo Stadio Meazza di San Siro per supportare i propri colori in occasione della sfida casalinga contro il Cagliari, quando all’ingresso viene fermato da uno steward, che gli vieta l’ingresso con le grucce in quanto possibili oggetti contundenti. Vittima insieme a lui, un suo conoscente in carrozzina, reo di non avere un accompagnatore.

“La superficialità della società Inter e degli steward è inconcepibile – continua Nesci – addirittura all’amica di Andrea è stato chiesto se fosse possibile sorreggerlo senza stampelle, come si può umiliare una persona in questo modo? Per una persona diversamente abile, una stampella non è un accessorio, ma un prolungamento essenziale del proprio corpo, di certo non un oggetto da lanciare in campo, al pari di bandiere o fumogeni, in qualche modo sempre presenti sugli spalti. Vogliamo che l’Inter e coloro i quali hanno permesso una decisione tanto scellerata si assumano le proprie responsabilità e ritirino immediatamente le disposizioni. Il calcio, come qualsiasi altro sport, deve essere un momento di comunione – conclude Nesci – che unisce tutti indifferentemente dall’età o anche, come in questo caso, dalle condizioni di salute”.

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