Situazione italiana famiglie sui mutui
In Italia sono circa 250mila le famiglie che ogni anno stipulano un nuovo mutuo. In questo dato rientrano anche quei nuclei familiari che surrogano (trasferiscono il mutuo presso un’altra banca che riesce a concedere ai propri clienti condizioni relative al tasso e alla durata migliori) oppure quei consumatori che ottengono una rinegoziazione (riescono a convincere il proprio istituto di credito ad offrire migliori condizioni economiche rispetto alla partenza).
Previsione mercato 2020 –  Irs e Euribor –  Indici interbancari e spread
Cercando di riuscire ad effettuare una previsione non azzardata sul mercato dei mutui 2020 necessitiamo di andare ad esaminare alcuni dati che potrebbero determinare l’andamento di essi: ossia lo spread (la percentuale di margine lordo che la banca sceglie di applicare) e gli indici interbancari. Quest’ultimi sommati allo spread determinano il tasso finale a carico del debitore.  I mutui a tasso fisso hanno l’indice interbancario (l’Irs o Eurirs) di regola della stessa durata del mutuo. Per esempio: un mutuo a 20 anni è agganciato all’indice interbancario Irs a 20 anni ecc… I mutui a tasso variabile hanno come indice interbancario l’Euribor. La maggior parte degli istituti di credito che lavorano nella Nazione usano l’indice trimestrale e una piccola minoranza l’Euribor a 1 mese. Non si trovano più le proposte con Euribor di durate superiori.
Azzeramento dello spread
Nell’ultimo biennio alcuni istituti di credito hanno azzerato gli spread sui mutui a tasso fisso, rinunciando in poche parole ad ottenere utili dal mutuo. Questa politica è stata intrapresa a causa di una forte concorrenza di settore e dal fatto che alcune banche hanno iniziato a intravedere il mutuo come un prodotto con il quale attirare nuovi clienti.  Nell’ultima parte dello scorso anno le offerte con gli spread a zero stanno scomparendo del tutto. Complessivamente gli spread restano comunque molto bassi: sui fissi i migliori iniziano da 50-60 punti base, sui variabili da 80 punti base.
I tassi dei mutui fissi e variabili
L’indice interbancario Irs a 20 anni è attualmente intorno allo 0,56% e il 25 allo 0,59%. Questo sta a significare che se aggiungiamo lo spread con 50/60 punti base otteniamo un tasso fisso superiore di poco all’1%.  Se prendiamo in considerazione l’Irs a 10 anni, che ha un rendimento sostanzialmente più basso (0,17%), i mutui scendono anche sotto la soglia dell’1%. L’indice Irs è influenzato dall’andamento dei tassi del Bund tedesco. Siccome questi ultimi sono risaliti di recente questo spiega come mai anche gli Irs siano incrementati.
Per quanto riguarda i mutui a tasso variabile i future a 5 anni indicano che gli Euribor a 3 mesi resteranno intorno a -0,38% (quindi ancora da detrarre allo spread) per i prossimi 12 mesi. Dopo si prevede una lenta ripresa fino all’azzeramento previsto intorno a marzo 2024. In poche parole chi ha in corso un mutuo a tasso variabile ha poco da preoccuparsi sull’aumento delle rate nei prossimi 5 anni. L’idea netta che traspira in questo momento che i mercati non si aspettano scossoni, ossia né rialzi dei tassi da parte della Bce e né forti balzi in avanti dell’inflazione.
Nonostante ciò attualmente le famiglie prediligono per i nuovi mutui e per surroghe il tasso fisso. Questo perché nell’ultimo periodo tra tassi fissi e variabili c’è poco scarto.
L’incremento delle surroghe
Nell’ultima parte dello scorso anno si è verificata un notevole incremento delle richieste di surroghe dei mutui in Italia. Il dato si attestato al 90%. Questo è stato determinato dal livello degli indici Irs al minimo storico. Ragion per cui l’associazione dei consumatori U.Di.Con. consiglia a molti mutuatari di approfittare della buona situazione per trasformare il loro mutuo a tasso variabile in fisso. Per il 2020 l’aspettativa è una contrazione riduzione della richiesta di mutui di surroga, dovuta alla riduzione dei potenziali mutuatari interessati ed a un leggera crescita dei tassi.

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