Al momento di lasciare l’auto al parcheggio, il buonsenso suggerisce due cose: portare gli oggetti di valore con sé o nasconderli alla vista; nel caso di dispositivi elettronici, quest’ultima alternativa potrebbe poi non servire a molto.
Sebbene l’utilizzo di scanner per rilevare cellulari e computer portatili venga spesso derubricata a leggenda metropolitana, in questo caso la realtà è più vicina alla fantasia di quanto non sembri. Un recente aumento di crimini nell’area di San Francisco ha portato la polizia a indagare su diversi casi nei quali l’obiettivo principale degli scassinatori erano apparecchiature elettroniche, che rappresentavano l’unico bottino anche in presenza di altri oggetti nascosti nello stesso veicolo.
I risultati hanno evidenziato come i ladri si siano avvalsi di scanner Bluetooth, che vengono comunemente venduti per motivi legittimi, ad esempio ritrovare un qualsiasi dispositivo che utilizzi questa tecnologia, come smartband e auricolari senza fili; in alternativa, sono disponibili app per smartphone che assolvono la stessa funzione.
L’utilizzo è semplice: basta infatti avviare lo scanner e cercare device nelle vicinanze, che appaiono in una lista indicante una distanza approssimativa e l’eventuale accoppiamento con altri apparecchi. Quest’ultimo dato, in particolare, si rivela molto utile anche per i malintenzionati; un Galaxy S10 collegato a una Fiat 500 offre un’informazione inequivocabile su cosa cercare.
Tale comportamento dei sistemi Bluetooth è del tutto normale; basta essere consci di quali siano i pericoli, spegnere il Bluetooth e portare con sé, quando possibile, i propri dispositivi, per evitare spiacevoli sorprese al ritorno in auto.
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