Roma, 05/11/2019 – “Nella bozza della manovra finanziaria che a breve sarà approvata, è presente la proposta di istituzione della Plastic tax – scrive in una nota il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con. Denis Nesci – nello specifico si tratterebbe di una nuova (e aggiungerei ulteriore) tassa applicabile sui prodotti monouso e sugli imballaggi, la quale dovrebbe far incassare allo Stato circa 3 miliardi di euro. Se approvata, questa tassa dovrebbe entrare in vigore dal 2020 ed andrebbe a colpire tutti quei prodotti che, come ha deliberato il Consiglio dell’Unione Europea a maggio, dal 2021 sono soggetti al divieto di commercializzazione ed utilizzo e, quindi, spariranno dal mercato da lì a breve. Presente nella direttiva europea è anche la raccolta differenziata che riguarda il 90% delle bottiglie di plastica, entro il 2029, mentre entro il 2025 tutte le bottiglie di plastica dovranno essere costituite dal 25% di contenuto riciclato, per poi diventare il 30% dopo altri cinque anni.  Sappiamo benissimo quanto sia importante la tutela dell’ambiente e la lotta all’inquinamento e l’U.Di.Con. – continua Nesci – ha abbracciato questa battaglia alla plastica monouso sin da subito, organizzando iniziative a livello nazionale e territoriale, come #SosAmare mirata a sensibilizzare ed informare i cittadini sull’importanza nel tenere pulite le spiagge italiane, lanciando un messaggio ai cittadini e alle Istituzioni. Ma per ridurre l’utilizzo di plastica monouso non è necessario introdurre una tassa, anche perché l’attuale Governo si è tanto professato contro l’aumento dell’IVA che sta compensando quest’aumento con altre tasse. A rimetterci però sono i cittadini, che dovranno pagare una tassa anche per i prodotti di igiene quotidiana, e sulle aziende. Si sta tassando un qualcosa che tra poco più di un anno sarà bannato in tutti i Member States. Bisognerebbe rivedere la manovra e cercare di inserire delle misure, degli incentivi che spingano il consumatore ad acquistare i prodotti biodegradabili, oltre ad inserire dei sussidi per le aziende che, inevitabilmente, scaricheranno quest’aumento sui consumatori finali – conclude Nesci – è assurdo che si sta discutendo una manovra così importante ed il Governo non ha pensato di coinvolgere chi sta ogni giorno al fianco dei consumatori e non ha minimamente pensato di convocare un tavolo di confronto con le associazioni dei consumatori e con tutto il CNCU”.

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