Roma, 23/10/2019 – “Pretendere un software privo di difetti è impensabile, ma proprio per questo chiunque sviluppi qualsivoglia tipologia di applicativi dovrebbe garantire il supporto alle versioni successive, almeno per quanto riguarda casi così lapalissianamente gravi – scrive in una nota Denis Nesci, Presidente Nazionale dell’U.Di.Con. – altrimenti si lasciano gli utenti in balia del malintenzionato di tutto e i loro dati alla mercé dei pirati informatici, e ciò senza che venga data ai consumatori la possibilità di prendere le opportune precauzioni, vista la totale mancanza di informazioni in merito”.
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La notizia, che ha creato molto scalpore tra i giornali di settore, è apparsa in sordina su quelli generalisti, ma non per quello è meno grave – alcuni ricercatori hanno scoperto una falla (denominata SimJacker) in alcune versioni dell’applicativo che offre gli strumenti per la gestione della SIM; sarebbe necessario un particolare codice, inviato via SMS al numero della vittima, per entrare in possesso di dati personali come identificativo IMEI, effettuare chiamate senza il consenso dell’utente, conoscere la posizione del dispositivo o installarvi app malevole.
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“Tra gli operatori che utilizzano o hanno utilizzato tale applicativo, S@T BROWSER, ve ne sono di italiani; viene riportato che ad un certo punto esso sia stato sostituito, ma non c’è dato sapere quando, così non abbiamo una visione d’insieme del problema e la sua estensione, tanto più che il bug è già stato usato per carpire informazioni di vittime inconsapevoli – continua Nesci – ma c’è di più: essendo questa una porzione di codice risiedente nella SIM, il problema persiste al cambio del telefono e può essere risolto soltanto con la sostituzione della scheda – conclude Nesci – chiediamo quindi siano effettuate le opportune verifiche al fine di stabilire la severità del problema e procedere all’aggiornamento o sostituzione delle carte coinvolte”.
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