Dal Regno Unito arriva una novità che potrebbe, tra qualche anno, sostituire le date di scadenza sugli alimenti. I ricercatori dell’Imperial College di Londra hanno, infatti, messo a punto dei sensori composti da elettrodi di carbonio in grado di rilevare la presenza di ammoniaca e trimetilammina, secrete durante il processo di decomposizione – in poche parole, l’etichetta apposta sulla confezione sarà in grado di dire se la carne all’interno è andata a male.
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Durante i test in laboratorio con confezioni di pesce e pollo, i paper-based electrical gas sensors (PEGS, sensori elettrici di gas su carta) sono stati in grado di rilevare il deterioramento con maggior accuratezza delle altre soluzioni attualmente in commercio e ad una frazione del costo – e ciò potrebbe spingere in tempi celeri ad una loro diffusione nei prossimi 3 anni – stimato intorno ai 2 centesimi per unità.
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I sensori, biodegradabili e non tossici – quindi non impattanti sull’ambiente e sicuri al contatto col cibo – sono inoltre combinati con la tecnologia NFC (near field communications, comunicazioni a corto raggio), che consentirebbe ai consumatori di controllare l’effettiva bontà di ciò che stanno per acquistare avvicinando il proprio smartphone (l’NFC è diffuso su una larga parte dei modelli attualmente in commercio) all’etichetta.
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Gli scienziati sperano che l’adozione di questa tecnologia porterà ad un minore spreco alimentare (stimato in 2,2 milioni di tonnellate all’anno in Italia) e ad offrire un metodo per controllare la freschezza degli alimenti maggiore rispetto alla data di scadenza, che non può tenere in considerazione, ovviamente, eventuali difetti all’imballaggio o stoccaggio in situazioni non ottimali.
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