Il problema dell’inquinamento ambientale è da sempre un grande dilemma che affligge il nostro ecosistema. Fra le numerose cause, quella che più di tutte minaccia i nostri mari, le nostre terre e la nostra aria è di certo la plastica. È emerso infatti che se filtrassimo tutte le acque salate del mondo, scopriremmo che ogni chilometro quadrato di esse contiene circa 46.000 micro particelle di plastica in sospensione. Le micro plastiche infatti sono la causa più preoccupante, poiché finendo la maggior parte in mare, il rischio di ritrovarle nei nostri piatti di pesce in tavola è molto alto. Per far fronte a questo problema, numerose sono state le iniziative per sensibilizzare le varie popolazioni del mondo al rispetto dell’ambiente, come quello ad esempio del riciclo. Un altro avvenimento importante è avvenuto proprio in questi giorni, dove Il Consiglio Ue ha dato il via libera formale alla direttiva che vieta dal 2021 oggetti in plastica monouso come piatti, posate, aste per i palloncini, bastoncini cotonati e cannucce. Oltre a questo provvedimento, l’Unione Europea, ha diramato un comunicato con il quale si invita gli Stati membri ad impegnarsi nel raccogliere il 91% di bottiglie di plastica entro il 2029, riciclandone almeno il 25% entro il 2025 e di almeno il 30% entro il 2030. Un grande passo in avanti che sta già riscontrando un discreto successo anche nel nostro paese. Secondo alcune ricerche condotte è emerso che, in occasione dell’approvazione della direttiva da parte del Consiglio Ue, in Italia un cittadino su quattro circa il 27%, ha già evitato di acquistare oggetti di plastica monouso come piatti, bicchieri o posate mentre il 68% ritiene che sarebbe opportuno pagare un sovraprezzo per questi prodotti.

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