Roma, 10/12/2018 – “Il giorno dell’Immacolata che per molti è un giorno di festa, quest’anno si è trasformato in un giorno terribile che ha sconvolto tutti gli italiani – scrive in una nota il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con. Denis Nesci – è impensabile andare a vedere un concerto dell’idolo di tanti ragazzi e, piuttosto che sentirsi tutti uniti per il motivo che li ha portati lì, la passione per la musica, in quella discoteca ad Ancona, succede la tragedia. La dinamica della tragedia ancora non è chiara ma sembrerebbe risalire ad un ragazzo di 16 anni la responsabilità di aver spruzzato quello spray urticante che ha spezzato la vita di tante famiglie. Centinaia i feriti, decine anche gravi e sei morti, tra questi cinque ragazzi e una mamma che aveva accompagnato il proprio figlio a vedere il suo idolo esibirsi”.

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Secondo quanto riferito dagli inquirenti, il giorno del concerto di Sfera Ebbasta, nel momento di panico a seguito delle particelle di spray urticante diffuse nella sala, avrebbe ceduto una balaustra di ferro della rampa e centinaia di ragazzi sono precipitati per un metro e mezzo uno sopra l’altro. Le tre uscite di sicurezza predisposte non erano tutte aperte, solo una di queste lo era, ma nel panico i ragazzi si sono diretti tutti presso quell’unica porta aperta.

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“A quanto riportano tutti i media non sarebbero state seguite tutte le misure di sicurezza – continua Nesci – non è concepibile che, pur di avere più ricavi, vengano messe in pericolo le vite di centinaia di ragazzi, figli di genitori distrutti. La capienza della sala sarebbe un terzo dei biglietti che sono stati venduti e se gli organizzatori avessero rispettato i limiti stabiliti, probabilmente si sarebbe evitata la tragedia e la balaustra non sarebbe crollata. Stando a quanto riportano le parole di Sfera Ebbasta, sarebbe “abitudine” durante i suoi concerti (ma non solo nei suoi) che venga spruzzato lo spray al peperoncino e nonostante questa elevata probabilità che sarebbe potuto succedere un’altra volta, i controlli all’ingresso totalmente assenti. Ed è per questo che questa strage si sarebbe potuta evitare, facendo maggiori controlli ed evitando quell’abitudine che rende il sistema totalmente mal funzionante. Non si può morire così – conclude Nesci – chiediamo che venga fatta chiarezza quanto prima sull’accaduto e che sia fatta giustizia perché i colpevoli devono pagare pesantemente per la strage che hanno provocato. Presenteremo esposto alla Procura della Repubblica, intanto siamo vicini alle famiglie delle vittime”.

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