Come accade molto spesso le bollette contengono dei costi occulti che vengono pagati automaticamente dai consumatori, voci che si sommano a tante altre molto spesso legate a tasse ma che, in altri casi, sono riconducibili ad alcuni servizi specifici, come quelle riferite al servizio produzione e spedizione fattura, una dicitura che abbiamo riscontrato nelle bollette telefoniche della Tim. Se il costo, in alcuni casi, rispecchia un servizio di cui il consumatore beneficia, non appare chiaro perché lo stesso sia applicato anche alle fatture sulla quali è stato richiesto l’invio della fattura digitale. Ma non è tutto, abbiamo riscontrato che il costo viene azzerato solo nel momento in cui l’utente decide di effettuare un passaggio al metodo di pagamento con rid bancario, un escamotage che finora ha fruttato parecchi euro all’azienda a danno degli inconsapevoli utenti”. Queste le dichiarazioni rilasciate dal Presidente Nazionale dell’Unione per la difesa dei consumatori, Denis Nesci .

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Una voce in bolletta chiara e legittima nel momento in cui un utente dovesse richiedere l’invio di una fattura cartacea, si potrebbe discutere sul prezzo, ma non sulla possibilità di addebitarla. Non pare tuttavia corretto che tale somma sia da addebitare al consumatore nel momento in cui si richiede una fattura digitale optando per il pagamento con bollettino postale.

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Non possiamo che segnalare questa pratica all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, attendiamo una loro risposta in merito per poi eventualmente prevedere dei rimborsi per gli utenti che hanno ingiustamente pagato questa cifra per diverse fatture – conclude Nesci – il nostro lavoro prosegue nella direzione dei consumatori, che ancora una volta potrebbero essersi ritrovati a pagare somme non dovute”.

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