L’Italia, il Paese più bello
/ndel Mondo, vive un momento di grossa difficoltà che si ripercuote sui cittadini
/nin maniera emblematica; cosa fare per dare una concreta svolta a questo momento
/ndifficile? Partiamo dal presupposto che nel passato sono stati fatti degli
/nerrori da parte di coloro ai quali era stato affidato il governo del nostro
/nPaese e, in questo caso, non si può fare alcuna differenza di colore politico
/nper la troppa distanza dal Paese reale ma, la cosa fondamentale ora, è fare
/ntesoro di questo per non commettere ancora gli stessi sbagli e guardare al
/nFuturo in una prospettiva diversa.

Sicuramente una delle
/npriorità del Paese è quella di avviare una riforma vera con lo scopo di
/nabbassare il cuneo fiscale in quanto, a mio avviso, il sistema di detrazione
/ntotale delle spese effettivamente sostenute può dare un riscontro positivo sia
/nalle casse dello Stato sia ai bilanci familiari. “Mi spiego meglio: in una
/nsocietà civile che si rispetti, ognuno dovrebbe fare i conti con due aspetti
/nfondamentali a livello contabile, le spese (e in tale categoria rientrano
/nl’acquisto di beni e servizi) e le entrate
; – afferma il Presidente
/ndell’U.Di.Con, Denis Nesci – se tutti
/nrispettassero le regole, non subentrerebbe la variabile “nero”, il vero cancro
/ndi ogni Paese, il quale compromette di conseguenza il benessere generale dei
/ncittadini. Non solo. Tutto ciò avrebbe degli effetti positivi anche sui consumi,
/nin quanto diminuirebbe il peso fiscale, il quale a sua volta si tradurrebbe in
/nuna maggiore disponibilità economica da parte delle famigli; inoltre è
/nabbastanza evidente che aumentando i consumi aumenta il fatturato delle aziende
/ne dunque il Pil
”.

Le politiche messe in atto
/nnell’ultimo periodo, fondate sulla creazione di due strumenti quale il
/nredditometro e il redditest, concepite come una forma di lotta all’evasione e
/nallo stesso tempo, recepite dalla popolazione come una forma di “terrorismo”
/npsicologico, non avrebbero più alcuna ragione di esistere, venendo a decadere in
/nautomatico dalle entrate derivanti dalla tassazione (in conseguenza della
/ndiminuzione del sommerso). Il recupero di denaro derivante da queste
/nazioni servirà quindi a ridurre il cuneo fiscale, soprattutto per le due classi
/nsociali su cui incide di più questa politica: i giovani e per le famiglie
/nmonoreddito. In concreto, come può realizzarsi ciò che all’apparenza potrebbe
/nsembrare un utopico pensiero? “Cominciando
/nprima di tutto dalla riduzione del peso previdenziale delle categorie in
/nquestione
– aggiunge il Presidente Nesci – il giovane lavoratore, oggi, deve infatti versare il 9,19% all’Inps
/nper riscuotere fra 60 anni una pensione scarsamente rivalutata sulla base del
/ncosto futuro della vita; allora dico, mettiamo questa percentuale in più in
/nbusta paga e diamo la possibilità reale, a chi li riceve, di utilizzarla per sottoscrivere
/nin autonomia un fondo previdenziale, o poter chiedere un mutuo o   semplicemente per vivere in maniera più dignitosa.
/nDa qui però potrebbe derivare la reazione di qualcuno contrario, in quanto non
/ngarantirebbe alle generazioni in procinto di pensionamento i fondi
/nindispensabili al pagamento della pensione
. Niente di così assurdo perché il giovane lavoratore o comunque il
/ndatore di lavoro verserebbe ogni mese il 28,9% della retribuzione lorda alle
/ncasse dell’Inps, garantendo, di conseguenza, una certa assistenza previdenziale
/ne assistenziale a noi stessi e ai nostri padri.

Sono assolutamente
/ncerto che il lavoratore da ciò ne potrebbe guadagnare non solo in termini di
/ngestione autonoma delle proprie risorse
– conclude
/nil Presidente nazionale dell’associazione in difesa dei consumatori – ma anche in termini di motivazione e
/nserenità nel luogo di lavoro, basta pensare alla condizione di un lavoratore
/nitaliano nella media che percepisce una retribuzione lorda di 1400,00€, con un
/ncontratto full-time. Per lui il 9,19% dello stipendio che generalmente versa
/nall’INPS sono 128.60€ al mese per le fatidiche 14 mensilità, quindi una
/ndisponibilità economica in più di 1800,40 € all’anno; sembra poco?


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La percentuale che ora i
/nlavoratori versano nelle casse dell’Inps potrebbe essere recuperata dall’Istituto,
/nattraverso un ridimensionamento degli stipendi d’oro e dei rimborsi percepiti
/ndai rami dirigenziali, una  concomitanza
/ndi azioni che permetterebbe alla cittadinanza media di avere entrate maggiori
/nalla fine di ogni mese.

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