Se un consumatore oggi acquista un prodotto pagando con la carta di credito, la banca dell’esercente paga una commissione all’istituto del titolare della carta stessa. La Commissione Europea sta attualmente esaminando nuove misure per tagliare tali commissioni interbancarie, per ottenere risparmi per gli utilizzatori e di incoraggiare i consumatori all’uso dei pagamenti elettronici. Secondo, però, uno studio, condotto dall’Università Rey Juan Carlos di Madrid, in Spagna, dove tra il 2006 e il 2010 le commissioni sono state ridotte per legge di oltre il 57%, i costi sono aumentati del 50%, causando un carico aggiuntivo di 2,35 miliardi per chi usa le carte. Le banche emittenti le carte hanno compensato le minori entrate (dovute alle minori commissioni, appunto) aumentando i loro canoni, e scaricando di fatto le spese sugli utenti.
Tutte le considerazioni dell’UE sul settore dei pagamenti sono contenuti in un libro verde recentemente diffuso, e nuove misure di regolamentazione pratica del settore sono attese entro la prossima estate.
La Commissione Europea dovrà quindi evitare di sbagliare mossa, perché c’è il rischio, estendendo gli effetti collaterali della situazione spagnola al resto dell’Unione, che si incoraggi il ritorno all’uso massiccio del contante, con tutti i problemi che esso comporta in termini di economia sommersa.