Secondo il “Bilancio 2005-2012” presentato al Senato dal Presidente dell’AgCom Corrado Calabrò, l’Italia è il Paese col maggior numero in Europa di telefoni cellulari e con la maggior diffusione di apparecchi idonei a ricevere e trasmettere dati in mobilità (smartphone, ipad, chiavette usb).
Che il mondo delle telecomunicazioni fosse tanto caro agli italiani è ormai risaputo: la crisi non ha affatto ridotto la vendita di telefoni, soprattutto quelli di nuova generazione che permettono agli utenti di mettersi in rete anche dal proprio apparecchio cellulare, sfruttando connessioni veloci e sviluppando applicazioni sempre più innovative che superano  di gran lunga la videochiamata e gli mms, strumenti che fino a dieci anni fa avevano completamente rivoluzionato il settore, il quale continua a svilupparsi a un tasso superiore al 6% annuo, con un peso del settore sul Pil pari allo 2,7%. 
Il nostro Paese è tra i primi posti nella portabilità del numero telefonico in tempi ridotti a un giorno lavorativo, così come per l’accensione di internet in mobilità. 
Il comparto però non comprende solo la telefonia mobile, ma tutti i servizi del futuro prossimo che richiedono una rete a banda larga e ultra larga, segnando un ulteriore salto di qualità nel consumo di byte, integrando anche la rete fissa che risulta sotto la media Ue  per numero di famiglie connesse a internet e a internet veloce, per gli acquisti e per il commercio on line.
Non sarebbe poi tanto assurda una ripresa dell’economia italiana derivante dal settore telecomunicazioni… 
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