Agrigento è la città in cui l’acqua costa di più (445 euro annui), ben 4 volte superiore al costo di Milano che, con una spesa annua di 106 euro, è la città meno cara. La Toscana si aggiudica il primato di regione più costosa per il servizio idrico, con ben sette città nella lista delle dieci più care. Mentre fra le dieci meno care, ben otto sono capoluoghi di provincia del Nord.
I dati sono relativi al servizio idrico integrato (acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, e quota fissa o ex nolo contatori), per tutti i capoluoghi di provincia italiani. Il riferimento è dato dal costo annuo sopportato da una famiglia di tre persone che consuma all’anno 192 metri cubi di acqua, come calcolato dal Comitato di vigilanza sull’uso delle risorse idriche.
Il responsabile nazionale delle politiche dei consumatori, Giustino Trincia, che oggi ha consegnato l’indagine al Ministro Scajola, ha così commentato i dati. “Al Governo e al Parlamento chiediamo il blocco delle tariffe dell’acqua fino a tutto il 2009. E’ indispensabile, inoltre, l’istituzione di un’Autorità di regolazione del settore idrico dotata di reali poteri d’intervento per mettere fine alla scandalosa giungla di tariffe, contratti e bollette fotografata dal nostro Rapporto. Una giungla che penalizza almeno tre diritti fondamentali dei consumatori, come quelli all’accessibilità, alla continuità del servizio e alla comprensibilità dei contratti e delle bollette. E’ però indispensabile – ha concluso Trincia – che Comuni e Regioni facciano la loro parte visto che i servizi pubblici locali, come quello idrico, determinano da soli un tasso d’inflazione di circa il 7%, rispetto al tasso medio nazionale che è di circa il 4%”.
Complessivamente, in media, in un anno una famiglia sostiene una spesa di 229 € per il servizio idrico integrato, con un aumento del 4,6% rispetto alla spesa sostenuta nello corso del 2006 ed un aumento del 32% da gennaio 2002 ad agosto 2008.
Il dato immediatamente evidente è la differenza tariffaria tra le diverse regioni. Le regioni centrali si contraddistinguono in media per le più elevate tariffe applicate al servizio idrico integrato (267 € annuali). Le tariffe regionali più elevate (al di sopra della media nazionale) si riscontrano, nell’ordine, in Toscana, Puglia, Umbria, Emilia Romagna, Marche, Sicilia, Liguria e Sardegna.
Ma elevate differenze sussistono anche all’interno della stessa regione. Ad esempio, in Sicilia, tra Agrigento e Catania, la differenza di spesa annua per il servizio idrico è addirittura di 269 euro. Ancora, in Veneto, tra Rovigo e Venezia, intercorre una differenza di 185 euro. Altri esempi di simile portata si possono riscontrare in Piemonte, Lombardia, Toscana e Friuli.
Se e’ vero, dunque, che l’acqua costa tanto, e’ vero anche che tanta se ne perde. Complessivamente, infatti, in Italia il 35% dell’acqua immessa nelle tubature va persa: il problema è particolarmente accentuato nelle regioni meridionali, che presentano percentuali di perdite superiori alla media (49%), al Centro va persa il 32%, al Nord il 26%.

I commenti sono chiusi.