Roma, 30/08/2019 – “Con il possibile ascolto delle registrazioni private memorizzate dall’assistente vocale degli IPhone, Siri, si andrebbe a ledere ogni basilare principio di privacy – scrive in una nota il Presidente Nazionale U.Di.Con. Denis Nesci – tramite il servizio di grading, la Apple, si prefiggeva come scopo, quello di migliorare le prestazioni del software. Eppure le conversazioni di milioni di utenti sarebbero state utilizzate in maniera impropria, visto non solo l’ascolto, ma anche l’archiviazione e la trascrizione di colloqui non più privati. Non siamo contro l’innovazione, anzi, ben venga un mondo smart purché sia a portata di tutti e, soprattutto, purché vengano rispettati i diritti delle persone. Quando sta accadendo negli ultimi tempi in ottica privacy è gravissimo, le aziende guadagnano talmente tanto con i dati degli utenti che non si preoccupano più di essere scoperti con le mani nel barattolo della marmellata. La Apple non si nasconda dietro repentini cambi policy – continua Nesci – laddove venissero confermate queste responsabilità vogliamo una verifica minuziosa per ciò che riguarda l’entità dei danni per gli utenti. Abbiamo scritto al Garante per la protezione dei dati personali, al fine di verificare la conformità di quanto accaduto. Vi terremo aggiornati – conclude Nesci – questa è solo la prima tappa di un lungo percorso che deve necessariamente terminare con una piena tutela dei consumatori”.

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